sabato 5 marzo 2016

Pensiero del venerdi 19 febbraio 2016
« L’uomo è libero, oppure è sottoposto al destino? Da millenni si discute su tale questione. L’errore sta nel credere che tutti gli individui debbano subire le stesse leggi. Quelli che, come gli animali, obbediscono solo alle loro pulsioni puramente istintive, sono inevitabilmente sottoposti alle leggi della fatalità; è la loro stessa natura a creare per essi questa fatalità. Invece, quelli che hanno acquisito il controllo dei propri istinti e delle proprie passioni, sfuggono alla fatalità per entrare sotto la legge della Provvidenza, della grazia, dove conoscono la luce e la libertà.
Non bisogna immaginare che tutti possano essere liberi o che tutti debbano subire un destino inesorabile. No, la libertà dipende dal grado di evoluzione. In base al suo modo di pensare, di sentire e di agire, l’essere umano cade sotto i colpi della fatalità oppure attira a sé le benedizioni della Provvidenza. Dunque, in certi campi egli è legato, sottomesso al destino, e in altri gli sfugge, è libero… Fino al giorno in cui, dopo molto lavoro e molti sforzi, disporrà pienamente della propria libertà.  »

Omraam Mikhaël Aïvanhov

venerdì 29 gennaio 2016

FdL 3° capitolo: Il pensiero al servizio della comprensione del mondo

Pensatela come volete, ma non potrete evitare di pensare.

Con questo capitolo denso e corposo, che necessita più di una punta di bicarbonato per essere digerito, ci avviciniamo sempre più al centro dei centri: il pensare.

Tutto acquista senso attraverso l'attività pensante. Ma non tutto e non tutta la vita passa per il pensare.
Per esempio i sentimenti, le sensazioni, gli stati d'animo: semplicemente "arrivano" e per noi sono un aspetto importantissimo della vita stessa. Cosa saremmo se non avessimo la facoltà di sentimento? Un vegetale apatico; non è bello. La bellezza stessa la si sente ed è difficile da spiegare usando il pensiero razionale. Lo stesso si può dire della bruttezza, della tristezza, della gioia... eccetera.
Oltre all'arcobaleno dei sentimenti che rendono sapido il vivere c'è poi la vita vegetativa. Quando c'è la salute è silente, incolore, inodore; ci accorgiamo della vita vegetativa quando non funziona bene e allora il desiderio primario è di ristabilirsi. Rimettersi nella condizione di base dalla quale poi tutto il resto può sorgere: il sentire e il pensare.

Ma, attenzione: anche questo lo sappiamo pensandoci. Un pesce non ha la salute: é la salute. E non lo sa. E non ha bisogno di saperlo per essere in salute.
Sempre pensando troviamo un attributo del pensare stesso: non è necessario per vivere sani, per sentire, soffrire, gioire, riprodursi, fare cose... Anche un cane vive. Fa una vita da cani, ma tanto non lo sa.

Un'altra rilevante parte della vita "arriva" senza pensarci: tutte le cose. La percezione delle "cose" ci colpisce prima ancora di suscitare una sensazione e ancora prima di acquistare un qualsiasi senso.

La vita è un immenso luna-park senza il pensare. C'è la giostra di tutti i giorni dove tutto si paga, ci sono panchine per momenti di pace; c'è il divertimento, e anche il tunnel degli orrori. Non serve starci a pensare; non è richiesto alcun titolo di studio.

Aggiungiamo a questo quadro il fatto che l'attività di pensiero ce la troviamo bell'e fatta (almeno fino a un certo grado). Si sviluppa con la crescita fisiologica; basta guardare come un bambino che diventa adulto cambia il modo di considerare (pensare) la realtà e la vita mentre cresce.

Ricapitolando: la vita scorre e ci coinvolge anche senza pensarci troppo; quel poco di pensiero che fa comodo ce lo ritroviamo gratis. Perché starci a pensare?
Pensandoci bene, è proprio dove finisce la necessità che può iniziare la libertà.
Che ne pensate?